La Flavescenza dorata della vite e il suo vettore principale
All’inizio degli anni ’50 nei vigneti del sud-est della Francia si è diffusa una nuova malattia infettiva, Flavescenza dorata della vite, che ha poi interessato altri Paesi europei, tra cui l’Italia a partire dalla seconda metà degli anni ‘60. Attualmente è presente in tutto il Nord e Centro Italia (e recentemente anche nel Meridione.)
La Flavescenza dorata della vite è una fitoplasmosi appartenente al gruppo dei giallumi della vite. Questa fitopatia è considerata la più pericolosa tra i giallumi, perché fortemente epidemica e per i suoi effetti deleteri sulle produzioni dei vigneti colpiti, e pertanto inclusa fra le malattie da quarantena nella Comunità Europea e in Italia.
La Flavescenza dorata della vite: i sintomi
Il fitoplasma (appartenente al gruppo ribosomico 16SrV, sottogruppi C e D) determina sintomi correlati all’alterazione del flusso linfatico, che comportano giallumi, arrossamenti, deperimento e morte della pianta. I sintomi possono comparire durante tutto l’arco della stagione, anche in modo alquanto differenziato. In funzione del momento della comparsa si distinguono in precoci o tardivi.
I sintomi precoci iniziano a essere visibili a partire dal mese di maggio. Poco dopo il germogliamento, le piante infette presentano germogli con ridotto sviluppo, internodi raccorciati e pustole nerastre sugli internodi basali. Le foglie hanno i lembi ripiegati verso il basso e possono presentare lievi alterazioni cromatiche della lamina e bollosità. Da giugno si possono notare anche il disseccamento e la caduta delle infiorescenze.
I sintomi tardivi, visibili da inizio luglio, sono la mancata lignificazione di tutto o parte del germoglio, il ripiegamento del margine fogliare e la caduta precoce delle foglie che spesso si staccano dal picciolo (che rimane attaccato al tralcio), l’assenza di grappoli che necrotizzano.
Tuttavia, la diagnosi sintomatologica non è sufficiente a distinguere con certezza la Flavescenza dorata da altri giallumi e, in particolare, dal Legno Nero; l’unico modo certo per distinguerli è attraverso tecniche analitiche biomolecolari (PCR).
Il vettore della Flavescenza dorata
I fitoplasmi della Flavescenza dorata colpiscono principalmente la vite (Vitis spp.) e vengono trasmessi in primis dall’insetto vettore Scaphoideus titanus.
S. titanus è una cicalina originaria del Nord America, diffusasi in Europa a partire dagli anni ’60. Questo insetto compie una sola generazione all’anno passando attraverso 5 stadi giovanili prima dell’età adulta, è monofago (ovvero si nutre solo della vite) e una volta infetto lo rimane per tutta la vita.
Ma come avviene il contagio e perché è definito “insetto vettore”? Lo Scafoideo è dotato di un apparato boccale pungente-succhiante che utilizza per pungere i germogli e succhiarne la linfa. Per tenere aperta la ferita vi inietta la saliva contenente sostanze che impediscono la cicatrizzazione dei tessuti. Se la pianta è affetta da Flavescenza, la cicalina “assume” il fitoplasma e diventa infettivo. Di conseguenza, pungendo una pianta sana, lo scafoideo inietterà la saliva infetta, trasmettendo così il fitoplasma. Un singolo esemplare di Scafoideo può quindi trasmettere la fitopatia a molte piante.
Doverosa la distinzione fra le età giovanili e l’età adulta del vettore. S.titanus può infettarsi sin dalla prima età, ma diventa infettivo (cioè in grado di trasmettere il fitoplasma a piante sane) dopo 28-30 giorni da quando si è infettato (approssimativamente l’insetto fa una muta ogni 7-10 giorni, quindi nel caso specifico appena citato diventerebbe infettivo dalla quarta-quinta età).
Gli adulti, invece, hanno un tempo di incubazione del fitoplasma di soli 10-14 giorni. Di conseguenza è molto più pericoloso avere in vigneto individui adulti, che essendo dotati di ali risultano essere anche molto più mobili e in grado di spostarsi in breve tempo di parecchi metri. Recenti studi hanno dimostrato che un adulto è in grado di percorrere anche 300 metri.
La lotta obbligatoria alla Flavescenza
Rientrando tra gli organismi da quarantena, la lotta alla Flavescenza dorata e al suo vettore è normata a livello nazionale e dal 2001 è oggetto di Lotta obbligatoria. Con la crescente diffusione del fitoplasma, le regole si fanno anno dopo anno più stringenti, aumenta il numero dei trattamenti obbligatori contro il vettore e i vari ricercatori sono sempre alla ricerca di tecniche più efficaci e selettive per il controllo.
Le strategie di difesa si basano sul colpire l’insetto prima che esso diventi infettivo. Ogni Servizio Fitosanitario regionale monitora attentamente i vari stadi del vettore e pubblica le finestre d’intervento specifiche per la zona. Il monitoraggio viene effettuato da tecnici esperti che da metà maggio controllano la vegetazione al fine di individuare i primi insetti e seguirne poi l’evoluzione.
Flavescenza dorata della vite: controlli e trattamenti
Per migliorare la difesa in vigneto, oltre al monitoraggio sono necessari alcuni accorgimenti:
- Controllare periodicamente i sintomi in vigneto da maggio a ottobre ed espiantare immediatamente le viti infette.
- Rimuovere o segnalare alle autorità locali eventuali vigneti abbandonati o incolti. In questi appezzamenti lo scafoideo può crescere indisturbato in grosse popolazioni e migrare verso vigneti sani, infettandoli.
- In caso di dubbi sulla sintomatologia si può contattare il Servizio Fitosanitario Regionale o i propri tecnici di riferimento, che potranno fare dei rilievi o consigliare analisi molecolari e la corretta gestione.
- Per i trattamenti insetticidi, controllare e seguire scrupolosamente il decreto di lotta obbligatoria della propria Regione, emanato dai rispettivi Servizi Fitosanitari Regionali.
I trattamenti insetticidi sono molto importanti e sbagliarne le condizioni di esecuzione significa ridurne l’efficacia, specie nei vigneti biologici, e la selettività. Ecco, quindi, qualche semplice accortezza per effettuare trattamenti più efficaci:
- Impiegare alti volumi di irrorazione (almeno 400 litri di acqua a ettaro) e una buona nebulizzazione della miscela.
- Verificare l’uniformità d’irrorazione mediante l’utilizzo di cartine idrosensibili
- Applicare preferibilmente l’insetticida da solo (e NON in miscela con i fungicidi)
- Trattare la sera, in quanto i raggi del sole degradano le molecole (in particolar modo per le sostanze attive ammesse in agricoltura biologica)
- Acidificare l’acqua
- Non superare la velocità di 6 km/h
- Eseguire 2/3 giorni prima del trattamento lo sfalcio delle piante in fiore e la pulizia del verde/cimatura. Polloni e barbatelle se presenti vanno assolutamente trattati
- Trattare tutti i filari
- Trattare prima i filari esterni e le viti di bordo, in modo da evitare lo spostamento dello scafoideo fuori dal vigneto durante l’applicazione.
Per verificare l’efficacia della strategia di contenimento del vettore è possibile installare nei vigneti delle trappole cromotropiche, indispensabili per monitorare le eventuali popolazioni di adulti presenti in vigneto nel periodo compreso tra luglio e settembre.
Vista la rilevanza del problema e il trend crescente delle infezioni di Flavescenza dorata in diverse aree del territorio nazionale, per l’annata 2023 Vitenova si è attivata per fornire alle aziende, su richiesta, il servizio di monitoraggio delle popolazioni di Scaphoideus titanus (sia forme giovanili su polloni, sia adulti con trappole cromotropiche). Il personale dell’azienda riceverà inoltre assistenza per il riconoscimento dei sintomi di Flavescenza dorata su pianta, così da consentire l’estirpazione selettiva e tempestiva delle viti infette.