25 Novembre 2023

Stagione viticola 2022-2023: informazioni meteorologiche e osservazioni dalle zone in cui operiamo

L’inizio del 2023 è stato caratterizzato da un deficit idrico rimarchevole che ha interessato tutte le regioni italiane. L’inverno della stagione viticola 2022-2023 è stato il quinto più caldo dal 1800.
La primavera è iniziata con temperatura sopra media – il mese di marzo è risultato tra i dieci più caldi di sempre – chiudendo poi di poco sopra media (+ 0,14 °C); questa anomalia positiva è risultata lieve a causa dell’abbassamento termico verificatosi in aprile. Maggio decreta la fine della fase siccitosa del nostro Paese.

L’estate 2023 è stata l’ottava più calda dall’inizio delle rilevazioni da parte del CNR-ISAC, ovvero dal 1800. Dal punto di vista delle precipitazioni, il trimestre estivo si è chiuso in media, su buona parte d’Italia, con zona addirittura in surplus.

Settembre e ottobre sono stati due mesi che hanno fatto registrare l’anomalia maggiore in fatto di temperature (rispettivamente +0,93°C e +0,85°C). Secondo l’ipotesi del Drought Central, queste elevate temperature dell’aria e dei mari hanno favorito un’intensa evaporazione, incrementando così l’umidità atmosferica che ha a sua volta aumentato la probabilità di formazione di precipitazioni intense come quelle di fine ottobre/inizio novembre (alluvione in Toscana e allerta meteo in Friuli).

A livello nazionale, le stime Assoenologi, Ismea e UIV per il 2023 indicano un -12% di produzione rispetto al 2022, che supera abbondantemente il -20% in numerose regioni italiane.
Per quanto riguarda le caratteristiche tecnologiche delle uve, nella stagione viticola 2022-2023 il tenore zuccherino alla raccolta è risultato inferiore alla media, in particolare in pianura; già da inizio settembre, infatti, in molti vigneti l’accumulo degli zuccheri si è bloccato, mentre il peso medio del grappolo continuava a diminuire e i pH a crescere. Da buone a molto buone le acidità, almeno fino alla prima decade di settembre.

Considerando tutti questi aspetti, la stagione viticola 2022-2023 non sarà di certo ricordata come una grande annata.

Stagione viticola 2022-2023 vitenova

Italia Nord Est

Dopo un inverno caratterizzato da una discreta siccità e temperature piuttosto elevate, la primavera si è presentata con una prolungata fase di tempo instabile, con temperature altalenati e frequenti precipitazioni. La programmazione della difesa fitosanitaria è risultata difficoltosa a causa del meteo avverso e dell’elevata pressione delle malattie, che è stata pressoché costante dallo sviluppo vegetativo all’invaiatura.

Da inizio agosto sono stati rilevati i primi sintomi di botrite, in particolare nei vigneti precedentemente colpiti dagli eventi grandigeni di luglio, e di altri marciumi secondari. Attacchi che sono stati rallentati dal caldo eccezionale di metà mese – che ha portato a disidratazione spinte e scottature dei grappoli-, ma che sono ripresi in seguito alle piogge e all’abbassamento delle temperature pre-vendemmia. Ancora in aumento la diffusione della Flavescenza dorata nel Triveneto, mentre le popolazioni di Scafoideo (ne abbiamo parlato in questo articolo) sono risultate più basse rispetto alle annate precedenti. 

Piemonte

Meteorologicamente simile al Friuli, per quanto riguarda l’aspetto fitosanitario è stata registrata la presenza di Peronospora, anche se con danni limitati al grappolo. Altri problemi si sono avuti in primavera con danni da Nottua della vite sopra la media, oltre ai consueti sintomi da flavescenza e mal dell’esca. Inoltre, nella parte Est della regione, si è riscontrata una importante presenza di Popillia japonica, che conseguentemente ha portato a defogliazioni più o meno intense della chioma.

vitenova stagione 2022-2023

Centro Italia

Anche in Centro Italia l’inverno è stato piuttosto caldo con piovosità elevata in Toscana e scarsa in Emilia-Romagna. Maggio è stato decisamente più piovoso della norma, con i conseguenti primi attacchi di Peronospora che però sono avvenuti in forma molto lieve. Dalla fase di fine fioritura-inizio allegagione gli attacchi si sono fatti più intensi, con severi attacchi sul grappolo anche in forma larvata. La difesa anti-oidica ha dato qualche problema in Emilia, mentre in Toscana la presenza del patogeno nel periodo estivo è risultata inferiore alla media. Si segnala una crescita nella popolazione di Scaphoideus titanus

Sicilia

Durante la fioritura si sono registrate precipitazioni abbondanti (più di 150 mm) e forti raffiche di vento che, nei mesi di maggio e giugno, hanno favorito la formazione di una vegetazione vigorosa e l’insorgenza di fitopatie, soprattutto Peronospora, che ha colpito con maggior incidenza i vitigni autoctoni. Il caldo record, registrato a luglio con temperature che hanno toccato i 42°C, ha fatto sì che i vigneti rallentassero i processi biochimici; in alcuni casi i grappoli non hanno superato lo stress da esposizione ai raggi solari.

Nei primi giorni di agosto, pur rimanendo alte le temperature medie, si sono riscontrati accumuli nuvolosi sempre più diffusi, soprattutto sulla parte occidentale della regione; questi hanno prodotto acquazzoni a carattere temporalesco e, fatto ancora più importante, determinato l’abbassamento delle temperature, favorendo così la ripresa vegeto-produttiva delle piante. La maturazione delle uve è risultata in ritardo di circa una settimana rispetto alle ultime annate avvicinandosi a un calendario ritenuto normale.

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26 Giugno 2023

La Flavescenza dorata della vite e il suo vettore principale

All’inizio degli anni ’50 nei vigneti del sud-est della Francia si è diffusa una nuova malattia infettiva,  Flavescenza dorata della vite, che ha poi interessato altri Paesi europei, tra cui l’Italia a partire dalla seconda metà degli anni ‘60. Attualmente è presente in tutto il Nord e Centro Italia (e recentemente anche nel Meridione.)

La Flavescenza dorata della vite è una fitoplasmosi appartenente al gruppo dei giallumi della vite. Questa fitopatia è considerata la più pericolosa tra i giallumi, perché fortemente epidemica e per i suoi effetti deleteri sulle produzioni dei vigneti colpiti, e pertanto inclusa fra le malattie da quarantena nella Comunità Europea e in Italia.

La  Flavescenza dorata della vite: i sintomi

Il fitoplasma (appartenente al gruppo ribosomico 16SrV, sottogruppi C e D) determina sintomi correlati all’alterazione del flusso linfatico, che comportano giallumi, arrossamenti, deperimento e morte della pianta. I sintomi possono comparire durante tutto l’arco della stagione, anche in modo alquanto differenziato. In funzione del momento della comparsa si distinguono in precoci o tardivi.

I sintomi precoci iniziano a essere visibili a partire dal mese di maggio. Poco dopo il germogliamento, le piante infette presentano germogli con ridotto sviluppo, internodi raccorciati e pustole nerastre sugli internodi basali. Le foglie hanno i lembi ripiegati verso il basso e possono presentare lievi alterazioni cromatiche della lamina e bollosità. Da giugno si possono notare anche il disseccamento e la caduta delle infiorescenze.

I sintomi tardivi, visibili da inizio luglio, sono la mancata lignificazione di tutto o parte del germoglio, il ripiegamento del margine fogliare e la caduta precoce delle foglie che spesso si staccano dal picciolo (che rimane attaccato al tralcio), l’assenza di grappoli che necrotizzano. 

Tuttavia, la diagnosi sintomatologica non è sufficiente a distinguere con certezza la Flavescenza dorata da altri giallumi e, in particolare, dal Legno Nero; l’unico modo certo per distinguerli è attraverso tecniche analitiche biomolecolari (PCR).

scaphoideus titanus flavescenza

Il vettore della Flavescenza dorata

I fitoplasmi della Flavescenza dorata colpiscono principalmente la vite (Vitis spp.) e vengono trasmessi in primis dall’insetto vettore Scaphoideus titanus.

S. titanus è una cicalina originaria del Nord America, diffusasi in Europa a partire dagli anni ’60. Questo insetto compie una sola generazione all’anno passando attraverso 5 stadi giovanili prima dell’età adulta, è monofago (ovvero si nutre solo della vite) e una volta infetto lo rimane per tutta la vita.

Ma come avviene il contagio e perché è definito “insetto vettore”? Lo Scafoideo è dotato di un apparato boccale pungente-succhiante che utilizza per pungere i germogli e succhiarne la linfa. Per tenere aperta la ferita vi inietta la saliva contenente sostanze che impediscono la cicatrizzazione dei tessuti. Se la pianta è affetta da Flavescenza, la cicalina “assume” il fitoplasma e diventa infettivo. Di conseguenza, pungendo una pianta sana, lo scafoideo inietterà la saliva infetta, trasmettendo così il fitoplasma. Un singolo esemplare di Scafoideo può quindi trasmettere la fitopatia a molte piante. 

Doverosa la distinzione fra le età giovanili e l’età adulta del vettore. S.titanus può infettarsi sin dalla prima età, ma diventa infettivo (cioè in grado di trasmettere il fitoplasma a piante sane) dopo 28-30 giorni da quando si è infettato (approssimativamente l’insetto fa una muta ogni 7-10 giorni, quindi nel caso specifico appena citato diventerebbe infettivo dalla quarta-quinta età). 

Gli adulti, invece, hanno un tempo di incubazione del fitoplasma di soli 10-14 giorni. Di conseguenza è molto più pericoloso avere in vigneto individui adulti, che essendo dotati di ali risultano essere anche molto più mobili e in grado di spostarsi in breve tempo di parecchi metri. Recenti studi hanno dimostrato che un adulto è in grado di percorrere anche 300 metri. 

flavescenza dorata vite trattamenti

La lotta obbligatoria alla Flavescenza

Rientrando tra gli organismi da quarantena, la lotta alla Flavescenza dorata e al suo vettore è normata a livello nazionale e dal 2001 è oggetto di Lotta obbligatoria. Con la crescente diffusione del fitoplasma, le regole si fanno anno dopo anno più stringenti, aumenta il numero dei trattamenti obbligatori contro il vettore e i vari ricercatori sono sempre alla ricerca di tecniche più efficaci e selettive per il controllo.

Le strategie di difesa si basano sul colpire l’insetto prima che esso diventi infettivo. Ogni Servizio Fitosanitario regionale monitora attentamente i vari stadi del vettore e pubblica le finestre d’intervento specifiche per la zona. Il monitoraggio viene effettuato da tecnici esperti che da metà maggio controllano la vegetazione al fine di individuare i primi insetti e seguirne poi l’evoluzione.

flavescenza dorata della vite

Flavescenza dorata della vite: controlli e trattamenti

Per migliorare la difesa in vigneto, oltre al monitoraggio sono necessari alcuni accorgimenti:

  1. Controllare periodicamente i sintomi in vigneto da maggio a ottobre ed espiantare immediatamente le viti infette.
  2. Rimuovere o segnalare alle autorità locali eventuali vigneti abbandonati o incolti. In questi appezzamenti lo scafoideo può crescere indisturbato in grosse popolazioni e migrare verso vigneti sani, infettandoli.
  3. In caso di dubbi sulla sintomatologia si può contattare il Servizio Fitosanitario Regionale o i propri tecnici di riferimento, che potranno fare dei rilievi o consigliare analisi molecolari e la corretta gestione.
  4. Per i trattamenti insetticidi, controllare e seguire scrupolosamente il decreto di lotta obbligatoria della propria Regione, emanato dai rispettivi Servizi Fitosanitari Regionali. 

I trattamenti insetticidi sono molto importanti e sbagliarne le condizioni di esecuzione significa ridurne l’efficacia, specie nei vigneti biologici, e la selettività. Ecco, quindi, qualche semplice accortezza per effettuare trattamenti più efficaci:

  1. Impiegare alti volumi di irrorazione (almeno 400 litri di acqua a ettaro) e una buona nebulizzazione della miscela. 
  2. Verificare l’uniformità d’irrorazione mediante l’utilizzo di cartine idrosensibili
  3. Applicare preferibilmente l’insetticida da solo (e NON in miscela con i fungicidi)
  4. Trattare la sera, in quanto i raggi del sole degradano le molecole (in particolar modo per le sostanze attive ammesse in agricoltura biologica)
  5. Acidificare l’acqua
  6. Non superare la velocità di 6 km/h
  7. Eseguire 2/3 giorni prima del trattamento lo sfalcio delle piante in fiore e la pulizia del verde/cimatura. Polloni e barbatelle se presenti vanno assolutamente trattati
  8. Trattare tutti i filari
  9. Trattare prima i filari esterni e le viti di bordo, in modo da evitare lo spostamento dello scafoideo fuori dal vigneto durante l’applicazione.

Per verificare l’efficacia della strategia di contenimento del vettore è possibile installare nei vigneti delle trappole cromotropiche, indispensabili per monitorare le eventuali popolazioni di adulti presenti in vigneto nel periodo compreso tra luglio e settembre. 

Vista la rilevanza del problema e il trend crescente delle infezioni di Flavescenza dorata in diverse aree del territorio nazionale, per l’annata 2023 Vitenova si è attivata per fornire alle aziende, su richiesta, il servizio di monitoraggio delle popolazioni di Scaphoideus titanus (sia forme giovanili su polloni, sia adulti con trappole cromotropiche). Il personale dell’azienda riceverà inoltre assistenza per il riconoscimento dei sintomi di Flavescenza dorata su pianta, così da consentire l’estirpazione selettiva e tempestiva delle viti infette.

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17 Marzo 2023

Giornate Vitenova 2023: attualità della viticoltura

Si sono concluse le Giornate Vitenova 2023, tenutesi il 7-8 Marzo in Toscana presso il Castello di Albola, Biondi Santi-Il Greppo e Tenuta di Argiano.

È stata ampia la partecipazione all’evento delle aziende che collaborano con Vitenova per realizzare l’idea di una viticoltura consapevole, innovativa e olistica, dove le strategie adottate in vigneto siano pensate come un investimento del presente sul futuro e volte al rispetto della natura.
Hanno partecipato aziende provenienti dall’Italia che dall’estero, (Toscana, Veneto, Piemonte, Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Sicilia, Slovenia e Croazia).

I temi del convegno 2023

Il convegno è stato aperto da Stefano Zaninotti, che ha presentato il nuovo database di Vitenova, seguito da Stefano Amadeo, che ha parlato della nuova certificazione Diversity Ark. 

Il nuovo database di Vitenova comprenderà più di 38000 dati di analisi raccolti negli anni, permettendo di confrontare sia il singolo dato che i dati dell’azienda con quelli presenti nel database suddivisi per varietà, anno, territorio, tipo di analisi, tipo di vigneto, tipo di conduzione e molti altri indici. Esso permetterà di conoscere andamenti, medie, valori di riferimento durante gli anni per la singola azienda, confrontandoli con il territorio o con altre zone, con le varietà, ecc. Infine, grazie a esso si potranno valutare le analisi rispetto agli andamenti climatici (piovosità, temperature) e al tipo di conduzione agronomica.

La certificazione “Diversity Ark. Produrre insieme alla natura” è un nuovo Marchio di Certificazione che vuole essere snello e privo di complicazioni burocratiche. Esso permette un’approfondita valutazione della vitalità e potenzialità dell’agro-ecosistema delle aziende agricole al fine di migliorarne la gestione volta alla naturalità ed eccellenza delle produzioni.

Nasce dalla volontà di trasferire le conoscenze e aumentare la consapevolezza degli agricoltori e dei consumatori su aspetti agro-ecologici tangibili che si riflettono sulla salute dell’ambiente, del terreno e delle persone che ci lavorano.

La vite e il deficit idrico sull’esempio della stagione 2022

Per spiegare il comportamento della pianta Sivilotti ha usato un concetto sempre più centrale e attuale, quello di “resilienza”. La resilienza si definisce come la capacità di resistere e di reagire di fronte a difficoltà e avversità, in questo caso della pianta della vite. Il concetto è tuttavia applicabile ad ambiti diversi, in senso più ampio alle sfide dell’agricoltura mondiale nei confronti del cambiamento climatico, alla reazione delle comunità agricole alle sfide alimentari, alla sociologia e all’ecologia, alla psicologia e all’economia. Un concetto di moda insomma, che ben si adatta in questo momento storico a differenti aspetti della vita umana e terrestre.

giornate vitenova convegno

La resilienza della vite nel 2022 si è osservata con adattamenti fisiologici molto veloci a inizio stagione. Una pianta che è in stress idrico a inizio stagione sviluppa le capacità di reagire e autoregolarsi più efficacemente per gestire il suo percorso successivo. Questo si è notato in un minore sviluppo della chioma, che ha portato a una maggiore capacità di traspirazione, a vasi più piccoli e ad aggiustamenti osmotici che hanno permesso una resistenza idraulica da parte della pianta.

La vite che invece reagisce tardivamente allo stress idrico si trova in svantaggio rispetto alla pianta che ha imparato precocemente a gestire una situazione critica come la mancanza di acqua e le temperature elevate.

giornate vitenova 2023 viticoltura

Sivilotti ha analizzato come ciò abbia influenzato lo sviluppo della chioma, come reagiscano le foglie giovani e i vasi xilematici a questo tipo di stress. Con la scarsa disponibilità di acqua si osserva la chiusura stomatica, azione compiuta dalla pianta al fine di preservare le poche scorte. Insieme a una minore fotosintesi, assorbimento di azoto e area fogliare si è vista una maggiore crescita radicale.

Per quanto riguarda la qualità delle uve e la maturità polifenolica, un moderato stress idrico ne migliora la qualità riducendo in parte la produzione. Lo stress eccessivo invece peggiora la qualità delle uve e ha effetti negativi sulla fisiologia delle piante. È dunque importante ottimizzare l’uso dell’acqua attraverso strategie di irrigazione in deficit.

vigna

Conclusioni

Il rispetto delle tempistiche assieme alla preziosa collaborazione e all’importante servizio di hospitality delle tre aziende che hanno accolto l’evento sono stati elementi fondamentali per la buona riuscita dell’evento. 

Un grazie di cuore a chi ha accolto l’invito, a chi è venuto e a chi avrebbe voluto esserci ma non ha potuto, alle persone con cui Vitenova collabora per una viticoltura all’insegna del rispetto della natura e della passione per la vite e per il vino.

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21 Gennaio 2023

Il SIVIN di Vitenova: Scuola Itinerante di Viticoltura Naturalistica

L’acronimo SIVIN sta per Scuola Itinerante di Viticoltura Naturalistica ed è un progetto che Vitenova ha iniziato nel 2022 in collaborazione con Vinnatur.

Approccio del SIVIN verso i partecipanti

L’obiettivo principale di SIVIN è la condivisione di approcci innovativi alla viticoltura e agli aspetti naturalistici a essa correlati. La scuola è stata concepita come scambio reciproco di esperienze, competenze e idee. 

Durante le giornate i tecnici di Vitenova hanno affrontato, sia in aula che in vigna, diversi aspetti e problematiche, prima in aula da un punto di vista teorico, così da condividere le nozioni necessarie a comprendere il perché e il come di certe pratiche e situazioni in vigna. Una volta in campo, si è passati all’osservazione e alla gestione pratica delle piante e del terreno, per mostrare e per mettere in pratica quanto discusso in aula.

In entrambe le situazioni le tematiche sono state approfondite anche grazie alle domande dei viticoltori. Sono loro, infatti, che conoscono al meglio la propria vigna e il proprio territorio e sono loro dunque che possono approfondire e direzionare al meglio il proprio lavoro in vigna con gli strumenti forniti durante le giornate del SIVIN. 

sivin scuola viticoltura vinnatur 2022

I dibattiti che sono spontaneamente sorti durante le attività di campo rappresentano un grande valore aggiunto rispetto alle tradizionali attività formative frontali d’aula: il poter toccare con mano l’oggetto della discussione e confrontarsi sulle esperienze di ognuno permette infatti di approfondire e focalizzare gli argomenti in maniera approfondita.

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14 Febbraio 2022

Annata 2021 in Italia

Andamento meteorologico e osservazioni dalle zone viticole in cui opera Vitenova Vine Wellness

Come sempre più spesso accade, anche per l’annata 2021 la stagione è stata caratterizzata da eventi meteorologici contrapposti: gelate primaverili, grandinate e un’estate particolarmente secca dominata, in particolare al Centro Italia, dall’anticiclone africano. A livello pluviometrico, infatti, l’estate 2021 si è classificata come la sesta più secca dal 1800 (deficit complessivo del 32%). Per quanto riguarda le temperature, il 2021 si chiude in Italia come il decimo anno più caldo dal 1800 ad oggi (anomalia di +0,71 °C rispetto alla media 1981-2010), non dimenticando che 9 degli ultimi 10 anni sono tra i più caldi mai registrati (in vetta il 2018, con +1,17 °C). L’andamento meteoclimatico altalenante dell’annata appena conclusa si è inevitabilmente ripercosso in maniera negativa sulla produttività dei vigneti; le stime provvisorie di AssoenologiIsmeaUIV indicano una produzione nazionale di vino inferiore del 9% rispetto al 2020.

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