Misurare la Biodiversità in vigna: il caso dell’azienda Sante Marie (Toscana)
Per l’azienda Sante Marie di Montalcino, di Luisa e Marino Colleoni, è iniziata la seconda fase del progetto di misurazione della Biodiversità. L’iniziativa è legata al progetto VinNatur, in collaborazione con il gruppo Vitenova Vine Wellness, che ne cura la parte scientifica e applicativa.
Nei primi due anni, sempre nel mese di maggio, Sante Marie ha messo a disposizione due vigneti, uno nel DOCG Brunello di Montalcino, l’altro nella DOC Val d’Orcia, per misurare la quantità e la qualità di vita dei microrganismi presenti nel terreno.
Preservare e migliorare la vitalità del suolo consente al vigneto di esprimere uve e vini realmente legati al “territorio”. Migliore è la parte microbiologica del suolo, maggiore è la capacità d’interazione tra argilla, limo, sabbia, sostanza organica, minerali, acqua del terreno e radice della vite. La “dinamica” del rapporto tra radice e terra è regolata da condizioni che si possono misurare con la “biomassa” e la “respirazione” della biomassa stessa. Esiste un parametro che indica la quantità di microrganismi (biomassa) e un parametro che misura la qualità di vita degli stessi microrganismi (respirazione). Le analisi sono effettuate presso l’Università degli Studi di Udine e coordinate dalla biologa Irene Franco, l’interpretazione agronomica è effettuata da Stefano Zaninotti, entrambi del gruppo Vitenova.
Queste analisi hanno permesso di caratterizzare lo stato di salute, e quindi di Fertilità del suolo. Per esempio, i dati del vigneto Campone in Val d’Orcia, hanno delineato un quadro positivo: terreni argillosi, ricchissimi di sodio e minerali, presentano nel 2014 e 2015 valori molto buoni di Biomassa totale (176 e 149 mg di C/Kg di terreno). Anche il Quoziente di Respirazione, cioè quanto respirano i microrganismi nell’unità di tempo per unità di Biomassa, descrive un’ottima attività microbica, pur in presenza di annate meteorologiche molto differenti (rispettivamente 28,7 e 48,2 mg CO2/mg di C/ per ora; un range buono va da 15 a 80 mg CO2/mg di C/ per ora). Il prossimo prelievo, a maggio 2016, servirà per avere un quadro ancora più chiaro sulla bontà della gestione del terreno.
Sempre sul progetto voluto da VinNatur, e in collaborazione con il botanico e l’entomologa del gruppo Vitenova, è iniziata la seconda fase, che rappresenta un’innovazione della visione di un vigneto e dei suoi equilibri. L’ambiente vigneto, infatti, è più sostenibile quanto più è in equilibrio, ed è in equilibrio quando la Biodiversità misurata è sufficientemente alta. Questo significa che ogni “perturbazione” data da input esterni (climatici, biotici, umani, etc), è velocemente riportata verso la condizione di equilibrio senza l’intervento dell’uomo ma grazie alla Biodiversità. Per questo si può parlare di Sostenibilità, perché è lo stesso sistema che risponde alle esigenze del viticoltore, aiutandolo a scegliere di “non intervenire” (per esempio concimando, usando insetticidi o diserbi), preservando quantità e qualità delle proprie uve.
Per stimare quanto un ambiente vigneto è sostenibile, quindi, dobbiamo misurare la sua Biodiversità. Cristiano Francescato, botanico del gruppo Vitenova, ha visitato il vigneto di Montalcino dell’azienda Sante Marie il giorno 22 aprile; il suo lavoro consiste nel valutare tre indici di biodiversità botanica che saranno in relazione al tipo di vigneto e al tipo di area climatica. Ripeterà la visita a metà maggio e a settembre, per non perdere alcuna tipologia di pianta e quindi alcun dato correlato. Nella prima sessione di rilevamento sono state individuate 36 specie, numero abbastanza elevato per analisi in questa prima parte di primavera e che è destinato a crescere verso fine maggio. Tra le specie osservate si segnalano due specie a bulbo (geofite) molto appariscenti come l’aglio roseo (Allium roseum) e il latte di gallina (Ornithogalum umbellatum) che indicano una certa porosità dei suoli. Interessante è la presenza di una specie legata ai vicini querceti come il ranuncolo dei boschi (Ranunculus nemorosus). Ad arricchire l’aspetto cromatico del vigneto sono presenti anche dei piccoli gerani: geranio volgare (Geranium molle) e il geranio a folgie strette (Geranium dissectum).
Nella stessa giornata sono state posizionate, lungo il filare del vigneto, anche le trappole per il monitoraggio degli artropodi. Si chiamano pit falls, trappole a caduta, rappresentano bene la varietà e l’universo degli artropodi (acari e insetti). La classificazione di tutto ciò che cade, e degli indici che ne risultano, è il lavoro di Costanza Uboni, entomologa del gruppo Vitenova. Anche lei, raccoglierà i dati nel mese di maggio e di settembre.
Per l’azienda Sante Marie inizia quindi nel 2016 un “percorso naturalistico” che porterà ad avere maggiore consapevolezza sulle conseguenze che l’azione agronomica porta sugli equilibri nel vigneto. Con questi dati, si potrà definire come e quanto l’azione di Marino Colleoni è “sostenuta” dalla natura.